E’ stata uccisa con uno sparo al muso, Flora, il setter detenuto da una volontaria amante degli animali di Sanza. A trovarlo la stessa donna che, recatasi ad accudirla in aperta campagna dove la cagnetta era custodita assieme ad altri simili, l’ha trovata in una pozza di sangue. Immediata la corsa dal veterinario, ma tutto si è rivelato inutile. Il setter è deceduto. Sconvolta la padrona che ha presentato denuncia ai Carabinieri e, sostenuta da numerosi followers amanti degli animali, ha puntato il dito contro l’insensibilità della comunità di Sanza e contro la mancanza di sostegno da parte delle autorità competenti: “Non so quante volte ho chiesto aiuto, – ha scritto sui social- non so quante volte ho chiesto stalli,soluzioni,pensioni, qualcuno che potesse venire almeno con me a farli mangiare..niente! In questo posto è la normalità,i cani fanno i cani e le persone fanno schifo”. Solidarietà alla volontaria è stata espressa dal sindaco di Sanza Vittorio Esposito che ha bollato come vergognoso quanto accaduto . “ Chiediamo – ha detto- che vengano fatte tutte le indagini per chiarire chi ha compiuto questo gesto. Il Comune si costituirà parte civile nei confronti del responsabile.” Ma sulla gogna mediatica che ha preso il via sui social nei confronti di Sanza e dell’amministrazione comunale, Esposito non fa sconti: “ Siamo pronti a denunciare in Procura per diffamazione chi prosegue con questo genere di affermazioni. La comunità di Sanza è da sempre rispettosa della natura. Come amministrazione, da quando ci siamo insediati, abbiamo fatto una campagna di due giorni per la microchippatura gratis, abbiamo stretto una convenzione con il canile Oasi di Polla. In questa specifica violenta vicenda, l’amministrazione non c’entra . Il fatto è accaduto in una proprietà privata dove si trovano decine di cani. E’ un regolamento di conti privato. Diffidiamo dunque chiunque dall’infangare il nome di Sanza e siamo pronti ad avviare tutti i controlli per verificare il rispetto delle norme in materia di animali contro ogni forma di maltrattamento.”
DARIA SCARPITTA