All’Agraria di Sapri il prossimo 12 settembre non suonerà la campanella. La scuola a quanto pare avrebbe chiuso definitivamente i battenti. Il grido d’allarme era stato già lanciato nell’anno scolastico 2019/2020 quando per la prima volta l’istituto non aveva ricevuto nessun iscritto. La situazione non è cambiata negli anni successivi, per cui progressivamente forse anche le altre classi sono andate ad estinguersi e la scuola, nonostante il codice meccanografico risulti ancora attivo, di certo quest’anno non riaprirà. I pochi alunni rimasti o quelli che avranno intenzione di seguire un corso di studi che è tutt’altro fuori moda saranno costretti a rivolgersi a scuole distanti km. Diverse le concause che probabilmente hanno determinato la fine di questo corso di studi. forse Il ridotto appeal presso le nuove generazioni, di cui bisognerebbe chiedersi i motivi, il pregiudizio che ha accompagnato da sempre l’indirizzo, e poi anche le difficili vicende relative alla struttura scolastica di Via pali da mettere in sicurezza e dunque chiusa e riaperta più volte con gli alunni costretti ad adattarsi in varie condizioni. Sapri proprio nell’anno del 50 esimo anniversario della sua nascita, avvenuta nel 1972 perde un istituto storico della sua offerta formativa che negli ultimi anni era stato presentato ‘Scuola del Parco’ in quanto diretto a formare ‘tecnici per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale’ del territorio con professionalità richieste sul mercato. Una chiusura che è in controtendenza con il periodo che stiamo vivendo in cui i finanziamenti all’agricoltura restano importanti e in contrapposizione come detto con le peculiarità che hanno reso attrattivo il territorio cilentano, l’attenzione alla terra e ai suoi prodotti.
Daria Scarpitta