Resoconto positivo per l’amministrazione Del Medico. La minoranza attacca “devono dimettersi”. Sapri Sono Anch’io: “non c’è ancora un’alternativa”.
A Sapri con l’elezione amministrative del maggio 2012 finì l’era D’Agostino, alla guida del comune per decenni. Al suo posto subentrò l’ex compagno d’avventura Giuseppe Del Medico. Un ribaltone che ha segnato, per così dire, la storia politica locale, almeno quella relativa agli ultimi 15 anni in cui i due se ne sono dette di cotte e di crude. Il 7 maggio scorso Sapri Democratica, il movimento alla guida della città con il suo leader sindaco, ha tracciato un bilancio sull’attività svolta sottolineando gli obiettivi raggiunti, i progetti futuri , i successi ottenuti nell’azione a tutela dell’ospedale. E’ poi stato posto l’accento sulla necessità di favorire ancora di più la partecipazione dei cittadini nella gestione della cosa pubblica. Al bilancio incoraggiante della maggioranza si contrappone quello negativo del gruppo minoranza “ Insieme Per Sapri “ che ha affidato ad un manifesto il compito di trasferire alla comunità la sua opinione su un anno dell’amministrazione Del Medico. Nella lettera pubblica padroneggia la richiesta alla maggioranza di’dimettersi perchè la città è abbandonata,le attività sono chiuse, l’edilizia provata è bloccata, le opere pubbliche sono allo stallo, i giovani sono senza lavoro, i servizi sociali sono stati eliminati e la pianificazione turistica è inesistente. Per Pietro Scaldaferri responsabile di “ Sapri Sono Anch’io” , il vero problema è che a Sapri non esiste ancora un valida alternativa “ se oggi la giunta Del Medico decidesse di dimettersi non avremmo un’altra squadra pronta a rimpiazzarla. Per quanto riguarda la gestione del comune in questo ultimo anno posso solo dire – aggiunge Scaldaferri – che non è stato ancora realizzato il grande progetto promosso da Sapri Democratica che era quello di favorire una gestione partecipata. Purtroppo devo constatare che la maggioranza continua a non tenere conto delle proposte che giungono dalla societa”.
Antonietta Nicodemo