<< Sono un avvocato e credo nella Giustizia italiana. E’ un po’ lenta ma alla fine sa accertare le responsabilità. Per il momento la Procura di Napoli, secondo me, sta lavorando bene anche sul caso di mio figlio >>. E’ così che da Sapri Nazzareno Melillo commenta la notizia dell’iscrizione di sei persone nel registro degli indagati per la morte di Emanuele. Si tratta dell’autista di trentadue anni che il 22 luglio scorso ha perso la vita nel grave incidente stradale avvenuto a Marina Grande che ha provocato anche il ferimento delle ventitrè persone che viaggiavano sul minibus pubblico. Sotto inchiesta sono finiti :quattro funzionari responsabili dei dipartimenti viabilità della città metropolitana di Napoli, l’amministratore della società di trasporto caprese ATC e il medico dell’azienda caprese che non avrebbe rilevato patologie pregresse nell’autista poi deceduto. Nei loro confronti vengono ipotizzati, a vario titolo, i reati di disastro colposo, omicidio stradale e lesioni stradali multiple.<< Sono solo i primi indagati – spiega il padre della vittima – e sono legati alle indagini relativi alla sicurezza della ringhiera e della strada. Ora dobbiamo capire cosa verrà fuori dagli accertamenti sul mezzo>>. Il 24 febbraio, infatti, verrà conferito l’incarico a un consulente della Procura che darà così inizio all’incidente probatorio sul bus precipitato. E’ finito contro una ringhiera che si trova a margine della strada e poi giù nel lido sottostante. Emanuele è balzato fuori dall’abitacolo e il bus gli è finito addosso. << E’ stato accertato che mio figlio non è stato colpito da malore. Qualcuno dei viaggiatori ha riferito che ha tentato tutte le manovre per evitare di finire fuori strada. Resta da capire se il bus era sicuro. Per quanto riguarda la ringhiera non è a norma >>. Poi le parole di dolore :<< Tutto questo è comunque un accessorio. Perché nessuno potrà restituirmi mio figlio, nemmeno il Signore, in cui Emanuele credeva tanto. Quando mi hanno restituito il suo portafogli, al suo interno ho trovato tanti santini. Lui pensava che lo avrebbero protetto, invece non è stato così. Ricordo con amore gli anni che ha trascorso come me a Sapri e la sua passione per il Sapri Calcio, di cui sono stato dirigente. Nella sua stanzetta ci sono tutti gli oggetti del club, ma non c’è lui>>. Emanuele era il terzo figlio avuto dal primo matrimonio del professionista originario di Napoli, che successivamente si è sposato a Sapri dove vive da oltre vent’anni e dove si è costruito la nuova famiglia.