Ancora strascichi giudiziari per l’ormai scomparsa società del Sapri Calcio. Dopo il deferimento all’Autorità Giudiziaria di ottanta persone, ora, gli stessi componenti del club sportivo, sono diventati i destinatari di provvedimenti di sequestro per equivalente. E’ questo l’ultimo atto , in ordine di tempo, della vasta indagine, portata avanti dai militari della Guardia di Finanza di Sapri diretti dal Tenente Ciro Fanelli. Così dalla scoperta della frode fiscale da più di otto milioni di euro, si è passati al recupero dei profitti indebitamente ottenuti. La questione è sempre legata alle sponsorizzazioni calcistiche, che oltre alla società vede coinvolti diversi imprenditori operanti prevalentemente nel Sud Italia. Secondo quanto emerso dall’attività investigativa coordinata dal Sostituto Procuratore, presso il tribunale di Lagonegro, Carlo Rinaldi, gli autori della truffa attraverso un complesso meccanismo riuscivano ad ottenere importanti sgravi e non solo. In pratica, il meccanismo utilizzato per frodare il fisco consisteva nell’emettere fatture gonfiate di sette o anche otto volte rispetto agli importi effettivamente pagati dagli “sponsor”; in seguito, una parte dei proventi concordati – corrisposti mediante assegni o bonifici bancari o postali – venivano restituiti in contanti e “in nero” agli stessi “sponsor”. Tanto, hanno accertato le Fiamme gialle sapresi, ha consentito alla società calcistica, per il tramite dei vari amministratori succedutisi nel tempo, legati tra loro dal vincolo associativo, di finanziarsi trattenendo in modo illecito le imposte, che sarebbero dovute confluire nelle casse dello Stato, mentre ai numerosi imprenditori, di medie e grandi dimensioni ha permesso di dedurre e detrarre in modo illecito, dai loro redditi, costi e spese in realtà mai sostenute, creando allo stesso tempo fondi neri da impiegare in operazioni extracontabili. All’esito delle attività,come detto, i militari hanno ricostruito un’evasione in materia di imposte dirette per 8 milioni di Euro ed un’I.V.A. per 1,5 milioni di Euro, di qui l’emissione dei provvedimenti di sequestro per equivalente a carico dei soggetti coinvolti nella frode fiscale. Per gli indagati sono stati ipotizzati i reati di dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, di dichiarazione infedele, omessa dichiarazione, emissione di fatture per operazioni inesistenti e occultamento della documentazione contabile. Roberta Cosentino.
Roberta Cosentino