Identificati tre pazienti Covid con la variante inglese. Appartengono ad un unico nucleo familiare di Sapri. Tutti e tre sono già guariti insieme ad altre persone appartenenti allo stesso cluster. Il focolaio è stato accertato nel dicembre scorso, ma solo ieri è arrivato l’esito delle speciali analisi effettuate su alcuni dei tamponi che si sospettava potessero dare questo risultato. Uno di questi appartiene ad una studentessa che da Londra aveva raggiunto la cittadina salernitana per trascorrere le vacanze di Natale con i genitori. Gli altri due risultati positivi alla variante inglese appartengono a due familiari della ragazza. Si tratta del cluster che interessò anche l’ospedale di Sapri. Il padre della ragazza è un medico del centro trasfusionale. Dopo che fu accertata la positività della studentessa, furono eseguiti i tamponi sui suoi contatti stretti e sul personale ospedaliero. Nel centro trasfusionale risultarono positivi, oltre al medico, un amministrativo e una infermiera, e poi risultò contagiato il marito di quest’ultima, in servizio come infermiere presso il Pronto Soccorso.
In seguito a questo focolaio, i controlli furono estesi anche sui donatori di sangue che parteciparono alla raccolta del 20 dicembre, una giornata durante la quale era presente anche il medico, padre della studentessa. Un donatore di Vibonati risultò positivo al Covid insieme a padre, madre, sorella, fratello e figlia. Il padre di 87 anni, è deceduto solo pochi giorni fa presso il centro Covid di Benevento. Dei familiari della ragazza giunta da Londra risultarono positivi anche le sue due sorelle, la mamma, la nonna e la zia. Quest’ultime risiedono a Salerno dove si trova anche una delle due sorelle, l’unica della famiglia che ha avuto bisogno dell’assistenza ospedaliera. È stata ricoverata al Da Procida.
Il direttore sanitario dell’ospedale di Sapri Rocco Calabrese, convinto che poteva trattarsi della variante inglese, dispose analisi specifiche sui primi tamponi che vennero fuori da questo cluster. Ieri l’Asl ha reso noto l’esito confermando quanto ipotizzato dal direttore sanitario. L’azienda sanitaria ha chiarito che questi tre casi di pazienti con la cosiddetta “variante inglese” sono venuti fuori nell’ambito del protocollo di collaborazione fra l’Asl e l’Università di Salerno, finalizzato all’identificazione di nuovi genotipi di SARS-COV-2 (le cosiddette “varianti”). “Tale rilevazione – si legge nella nota – è stata effettuata grazie alle indagini molecolari eseguite presso il Laboratorio di Medicina Molecolare e Genomica dell’Università di Salerno, diretto dal professore Alessandro Weisz, mediante sequenzimetro NGS di tamponi positivi al SARS-COV-2 identificati presso il Laboratorio di Biologia Molecolare dell’ospedale di Eboli”.
Intanto la studentessa e i suoi familiari sono guariti. Il padre da alcuni giorni ha ripreso a lavorare. Già in servizio anche gli altri tre dipendenti ospedalieri legati al cluster di origine inglese. Non si sa se, a questo punto, saranno sottoposti ad indagine specifica anche gli altri tamponi.
Antonietta Nicodemo