Dolore, commozione, sono stati questi i sentimenti che hanno legato centinaia di anime, tutte quelle che la Chiesa Madre di Sapri ha potuto contenere al suo interno e sul sagrato, nel giorno dei funerali di Massimo Impieri, l’agente di Polizia travolto e ucciso, a soli 34 anni mentre svolgeva il proprio lavoro, da un’auto con alla guida un 22enne che aveva abusato di sostanze alcoliche. A spezzare il silenzio della cerimonia officiata dal vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro, Mons. Antonio De Luca, i singhiozzi dei familiari e degli amici. Le lacrime si sono rincorse tra i volti dei presenti al rito funebre. Dallo stesso presule che durante la benedizione della salma non ha potuto non commuoversi per quel giovane che egli stesso ha tratteggiato come “un ragazzo buono, un profondo credente che ha testimoniato la propria fede nel suo lavoro, ligio al dovere fino al sacrificio della vita”, al Sindaco di Sapri che non è riuscito a prendere la parola sul finire delle esequie, quando era il suo momento di ricordare Massimo. Il valore e il significato della vita di questo ragazzo sono stati affermati anche dalla presenza di numerose autorità civili e militari. A seguire la Santa Messa c’erano il Capo della Polizia Alessandro Pansa, il Direttore Centrale della Polizia Stradale, Santi Giuffrè, il Dirigente generale della Polizia di Stato, Luigi Mone, i Prefetti di Salerno e Crotone, il Questore di Salerno De Iesu, i vertici dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, il Presidente della Corte d’Appello di Salerno Matteo Casale e numerosi sindaci del Cilento. Tutti a rendere omaggio a Massimo, un ragazzo educato, gentile, amato ed un poliziotto scrupoloso, onesto, rispettoso e consapevole del suo ruolo. Al termine della cerimonia ha preso la parola uno degli amici del giovane che con una lettera toccante lo ha salutato dicendo “Eri il nostro leader, anche negli scherzi. Adesso ci stai facendo il regalo più bello perché d’ora in avanti vivrai nei nostri pensieri ogniqualvolta parleremo di te. Illuminaci da lassù caro amico e fratello maggiore”. Molto sentita anche la testimonianza di un collega di Massimo. “Diceva sempre – ha raccontato – il lavoro prima di tutto”.
Daria Scarpitta