Con ogni probabilità nella giornata di domani i tecnici dell’Arpac arriveranno a Sapri per un nuovo prelievo nelle acque del lungomare che dovrebbe certificare il ritorno alla normalità dei valori alterati, rinvenuti lo scorso 15 aprile. Nel mirino della Guardia Costiera come sempre gli scarichi abusivi nei canaloni che arrivano a mare e che potrebbero aver determinato l’alterazione dei parametri, soprattutto a seguito delle piogge registratesi in quei giorni e che hanno fatto da mezzo di trasporto verso il mare. La vicenda di Sapri, con tutta l’eco avuta in città, ha riaperto il problema della qualità del mare, che resta centrale per un Golfo di Policastro che vuole fare turismo e sostenersi su di esso. Una questione che va ben oltre i valori registrati nei controlli periodici degli enti competenti e che tocca la valutazione concreta delle acque, quella stessa che arriva da operatori e turisti ogni anno e che parla di schiume, presenti sulla superficie e segnalate periodicamente e di colorazioni varie, queste soprattutto in estate. Il problema è stato inquadrato anche dalle amministrazioni comunali. Prova ne è che la depurazione resta una delle questioni al centro dei riflettori. Spesso si parla di impianti sul territorio non idonei, obsoleti, sottodimensionati e si discute di impianti consortili più efficaci e moderni, studiandone la fattibilità e la progettualità come nel caso di Vibonati, o passando agli step successivi come nel caso di Roccagloriosa, San Giovanni a Piro e Policastro. Eppure tutto si muove con estrema lentezza, se ad oggi, in pieno 2019, ancora un intervento risolutorio e conclusivo non c’è. Né in termini di depurazione, perché i progetti consortili sono da anni in campo ma non si sono ancora concretizzati, né in termini di attuazione dei numerosi protocolli stilati in tutto questo tempo e volti a tentare di disciplinare cosa si immette nelle acque, a partire dalla questione dei tensioattivi. Per fare turismo è necessario recuperare questi ritardi e garantire un mare esteticamente bello, limpido e sicuro, quello che tante località anche a pochi passi da noi possono già garantire. Perché il patto con i turisti sia altrettanto trasparente e li invogli a tornare e a sceglierci ancora e ancora.
Daria Scarpitta