La Procura della Repubblica di Lagonegro non ha ancora chiuso il fascicolo d’inchiesta sulla morte dell’ex dipendente comunale di Sapri Giuseppe Giudice. Sull’esito delle indagini in corso vige il massimo riserbo. Dopo l’autopsia sono stati eseguiti altri rilievi all’interno della casa alla frazione Timpone ed eseguiti nuovi interrogatori tra familiari e conoscenti della vittima. Dalla vita dell’uomo non verrebbe fuori nulla che possa far pensare ad un omicidio. Giuseppe era un uomo tranquillo, che trascorreva le giornate dando una mano nel negozio di ortofrutta della moglie e curando le sue passioni. Nel suo appartamento, però, non sarebbe stato trovato il posto dove potrebbe aver sbattuto la testa procurandosi la ferita lacero contusa di 13 centimetri. Il colpo risalirebbe alla sera di sabato 15 novembre. Dopo poche ore sarebbe morto dissanguato. Il rinvenimento è avvenuto domenica mattina. Lui viveva da solo in una casa vicino a quella della figlia con cui da alcuni anni vive la moglie. Nessuno sembra aver sentito rumori sospetti provenire dalla appartamento di Giuseppe. E’ probabile che dopo essersi ferito accidentalmente, si sia recato nel bagno, dove è stato ritrovato cadavere, per curarsi la ferita, oppure l’incidente, se di incidente si tratta, sia avvenuto proprio all’interno del bagno. Ma fino a quando non si trova l’oggetto che gli ha causato la ferita la procura non puo chiudere l’inchiesta. Pare che qualcosa sia stato già individuato e sarebbero in corso accertamenti anche scientifici per capire se si tratta del corpo che potrebbe aver provocato la ferita. Resta il fatto che, se a casa di Giuseppe si fosse recato qualcuno appena dopo il colpo alla testa, probabilmente l’uomo sarebbe ancora vivo, perché l’unico dato certo è che è morto a seguito di una grossa perdita di sangue.
Antonietta Nicodemo