E’ morto martedì notte nella sua casa di Sapri, all’età di 83 anni, l’ingegnere Nicola Materazzi, padre della F 40 ed emblema, per il Cilento e le periferie del mondo, della forza dei sogni. Un professionista che catturò l’attenzione di Enzo Ferrari. Fu lui a sceglierlo per rilanciare il reparto corse, dopo un lungo periodo non proprio brillante. Materazzi era nato a Caselle in Pittari il 28 gennaio del 1939, dove da ragazzino realizzò il suo Go Kart con il quale scorazzava per le vie del paese. Una passione che lo aveva portato a laurearsi in ingegneria meccanica alla Federico II e ad entrare, già nel 1968, in Fiat nel reparto corse Lancia. E’ lì che si era fatto subito notare con il progetto della mitica Stratos e dopo essere passato in Abarth era arrivato alla Ferrari con una grande competenza acquisita sul campo. Sua la firma su una delle Ferrari più belle degli anni ottanta, La 288 Gto e poi la straordinaria F40 ,diventata oggetto di desiderio di tanti nel mondo, da Maradona a Pavarotti e oggi va ruba tra i collezionisti. Materazzi ne progetto motore, cambio e carrozzeria. La sua carriera proseguì nelle moto con la Cagiva, di nuovo nelle auto con la Bugatti e la realizzazione di un’altra super car, la EB110. Insomma una carriera sfavillante, frutto di quella passione che lo aveva animato fin da bambino. Per il Cilento, Materazzi è stato un esempio di realizzazione, il ritratto di chi ce l’ha fatta, riuscendo, grazie alla competenza e alla volontà, a raggiungere alti traguardi superando ostacoli e marginalità. Aveva ricevuto la cittadinanza onoraria di: Sapri, Torraca e Caselle. Della sacietà moderna diceva: << Non è più meritocratica, come quella che ho conosciuto, ma mediocratica, cioè dominata dalla mediocrità >>. I funerali saranno celebrati questa mattina alle 10 nel suo paese natio.