Veronica, Alessandro, Marco le voci di chi una violenza l’ha subita e l’ha inflitta si intrecciano, divergono, tornano ad incontrarsi nel libro “Non lo faccio più” scritto da Cristina Obber. Storie vere per indagare un fenomeno tristemente attuale come la violenza di genere. Sensazioni, pensieri, azioni concrete raccolte per far riflettere e prestare il fianco ad un approfondimento delle tematiche che dalla violenza sessuale arrivano fino ad un termine di moda: il “femminicidio”. La presenza dell’autrice a Sapri nei giorni scorsi, grazie all’iniziativa della sezione locale dell’Associazione “Se non ora, quando” è servita proprio a questo: fermare le menti su un problema, costringerlo a vederlo, educarle a prevenirlo. Non è un caso che l’incontro con la Obber si sia dipanato in due momenti: il primo quando la giornalista e scrittrice ha incontrato la cittadinanza e ha parlato della sua esperienza che l’ha portata fin dentro alle carceri per guardare in faccia agli stupratori, il secondo quando ha intrattenuto gli alunni delle scuole secondarie di Sapri nella convinzione che il problema vada affrontato subito , formando i giovani e non dando le cose per scontato come la stessa autrice ha ammesso di aver fatto in un primo momento con i propri figli. “Violenza non è amore”, “Bisogna capire che non c’è solo l’aggressione fisica. Offendere una donna con gli epiteti riservati alle prostitute è uno degli atti più violenti che ci siano”, e ancora “Spingere una donna a chiedersi dopo una violenza se avesse potuta evitarla vestendosi diversamente, comportandosi diversamente, condizionarla fino a farla sentire colpevole, è una delle gravi conseguenze di questo fenomeno”. Queste e altre frasi pronunciate dalla Obber hanno scavato a fondo, spingendo chi fino ad allora aveva pensato sempre che il problema fosse degli altri, ad aprirsi ad una nuova sensibilità. L’incontro è stato anche l’occasione per il Distretto e per il Comune di Sapri di far conoscere iniziative di ascolto e di assistenza alle donne vittime di violenza in programma sul nostro territorio, mentre durante l’incontro con gli studenti la Obber è stata affiancata da una psicologa dell’Asl che già lavora con gli adolescenti. La speranza lasciata dall’autrice è stata quella rappresentata dal titolo del libro, una promessa, un’assicurazione: “Non lo faccio più”.
Daria Scarpitta