Sono finiti sotto sequestro i cinque più noti cantieri navali di Sapri. I sigilli sono stati apposti alle strutture nell’ambito di una vasta attività investigativa in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e smaltimento dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi. Dieci le persone denunciate alla Procura della Repubblica di Lagonegro. Nel mirino degli inquirenti sono finiti i responsabili dei presunti illeciti riscontrati durante l’attività investigativa: i titolari e i soci delle ditte che gestiscono i cinque cantieri navali, che si sono già attivati attraverso i rispettivi legali per smontare le tesi dei carabinieri della compagnia di Sapri che hanno condotto l’indagine. Oltre 300 le imbarcazioni che si trovavano all’interno delle aree di rimessaggio nel momento del sequestro, che non possono essere rimosse fino a nuove disposizione. Di diverso tipo e valore le barche che sono finite sotto i sigilli. Si va dai gozzi fino ad arrivare a lussuosi yacht di magistrati e vip per un valore che supera di gran lunga i 100 milioni di euro. Gli accertamenti sono stati eseguiti dai carabinieri del maresciallo Pietro Marino in collaborazione con il personale dell‘ Asl. Un’operazione che avrebbe consentito di appurare che all’interno dei cinque cantieri navali di Sapri venivano eseguiti interventi di manutenzione senza tener conto della normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e sullo smaltimento dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi. Al momento del blitz i militari e gli operatori sanitari avrebbero trovato eternit, carcasse di auto, batterie esauste, vernici, pitture, copertoni, oli esausti, lamiere e bottiglie depositati negli stabilimenti e nelle aree ad essi antistanti in maniera illecita ed a danno dell’ambiente e della salute pubblica. Già lo scorso anno fu sequestrato per le stesse ragioni l’importante cantiere navale al porto. Una struttura che è tornata a funzionare dopo la bonifica e la messa in sicurezza dell’intera area. “Sarebbe opportuno – afferma il capitano Tamorri – che i cantieri navali in questa città si adeguino alle norme in materia ambientale prima che vengano sequestrati e non dopo. In questo modo ci eviterebbero operazioni del genere che non fanno bene a nessuno “ .
Antonietta Nicodemo