Chiusa l’inchiesta sul cantiere navale nel porto di Sapri sotto sequestro dalla scorsa settimana. Per i carabinieri che hanno condotto le indagini l’unica responsabile dei reati accertati all’interno dell’area per il rimessaggio è la cooperativa “ Cilento Mare”, perché aveva in concessione il sito dal 14 aprile scorso. Nel frattempo il procuratore ha autorizzato il dissequestro delle 14 imbarcazioni che si trovavano all’interno del cantiere al momento dell’apposizione dei sigilli e si appresta anche a disporre il dissequestro provvisorio del cantiere per consentire alla cooperativa il ripristino dei luoghi. Al termine dei lavori di pulizia l’area verrà sottoposta di nuovo a sequestro, in attesa delle nuove disposizioni della Procura. Per il momento non sembrano esserci all’orizzonte possibilità di dissequestro del carro ponte e delle altre attrezzature meccaniche utili per l’alaggio e il rimessaggio delle imbarcazioni. Attrezzi necessari per un porto come quello di Sapri che ospita diversi pescherecci e che d’estate accoglie centinaia di barche di ogni dimensione. L’assenza, soprattutto del carro ponte, potrebbe favorire una riduzione degli attracchi, con pesanti ripercussioni sull’economia dello scalo. Intanto qualcuno ha trasgredito i sigilli. Qualche giorno fa un operaio bulgaro è stato sorpreso ad eseguire lavori di manutenzione su un’ imbarcazione sequestrata all’interno del cantiere navale sotto inchiesta per reati contro l’ambiente e la salute pubblica. Oltre al giovane manovale è stato denunciato all’autorità giudiziaria il committente dei lavori: un imprenditore turistico di Scario. Entrambi sono stati accusati di violazione dei sigilli.
Antonietta Nicodemo