Emergono lati tristi e oscuri dal 39esimo sbarco di migranti avvenuto lunedì mattina al porto di Salerno. In base ai primi controlli, infatti, si presume che tutte le 108 persone arrivate al Molo Manfredi sulla Aita Mari siano state in qualche modo vittime di violenze, tra abusi e sofferenze, anche gli uomini. Storie drammatiche che necessiteranno di un supporto psicologico adeguato alle varie situazioni, ma come più volte ribadito dalle cariche istituzionali presenti al porto, il comune di Salerno ormai può fare poco.
Questo perché il primo sbarco del 2025 nella Città d’Arechi ha fatto partire le nuove disposizioni governative che hanno di fatto esautorato il capoluogo di provincia, che dopo 10 anni in prima linea per l’accoglienza, d’ora in poi sarà soltanto luogo di logistica con la gestione dell’emergenza ma senza poter ospitare più nessuno. Tra le 108 persone sbarcate lunedì mattina, provenienti da ogni parte dell’Africa, anche 13 minori di cui 5 non accompagnati, 10 dieci donne adulte, una delle quali incinta, e poi, tra gli uomini, è stato necessario intervenire su un migrante soccorso per uno stato iniziale di ipotermia.
Intanto, le forze dell’ordine continuano gli accertamenti, alla ricerca di quelle persone che potrebbero aver facilitato l’ingresso illegale nelle acque del Mediterraneo ai migranti.