Sul capo del Governatore della Basilicata Marcello Pittella finito ai domiciliari per un’inchiesta sui concorsi pilotati nella sanità lucana pende lo spettro delle dimissioni. Al momento per effetto del provvedimento di arresto è già sospeso dal suo incarico istituzionale con la guida della Regione nella mani della vice Flavia Franconi, assessore proprio a quella sanità finita nella bufera. Ma in bilico ci sono i destini di tutto il centrosinistra, finora grazie proprio ai Pittella, sicuro in Basilicata. Proprio nei giorni scorsi Pittella aveva annunciato la sua ricandidatura per le elezioni regionali 2019 , elemento determinante per il suo arresto perché come ha scritto il gip, “ questo fa ritenere che continuerà a garantire i favori e imporre i placet ai suoi accoliti pur di consolidare il suo bacino clientelare”. Ora tutto è di nuovo in forse. Anche la durata dell’attuale consiglio regionale. Dipende da cosa deciderà il Riesame sulle sorti del Presidente che per il momento incassa la solidarietà della sua Giunta. “ Il Governatore – ha scritto in una nota l’esecutivo – al pari degli altri riuscirà a dimostrare la propria estraneiità ai fatti, in un clima di piena fiducia nell’operato della Magistratura”. Il consigliere regionale Nicola Benedetto, invece , transitato verso il centrodestra chiede che nella seduta del prossimo 10 luglio tutti presentino le dimissioni rimettendo il mandato nelle mani dei cittadini. Intanto proprio martedì dovrebbero inziare gli interrogatori di garanzia partendo dalle due persone in carcere il Commissario dell’Asl Materana Pietro Quinto e il direttore amministrativo Maria Benedetto, la stessa che vergò concretamente la lista verde, cioè i nomi dei favoriti per il concorso ad otto posti di assistente amministrativo. Una lista dettata secondo gli inquirenti da Pittella che però è accorto facendo uso dei suoi mediatori. le quattro procedere concorsuali viziate, oltre a quella per gli assistenti amministrativi, riguardano anche la selezione di un dirigente amministrativo , per due dirigenti medici di otorinolaringoiatria e un dirigente amministrativo al Crob di Rionero. I sengalati, secondo quanto riportano i media sulle indagini, altrimenti non avrebbero raggiunto la sufficienza e quindi venivano aiutati con attribuzioni a tavolino di punteggi e verbali falsificati e distrutti. La bufera ha coinvolto anche l’arcidiocesi di Matera-Irsina. tra coloro che sarebbero ricorsi agli aiutini di Pittella ci sarebbe anche il segretario del vescovo materano, don Angelo Gallitelli, desisoderoso di sistemare la sorella.
daria scarpitta