Emergono nuovi particolari sullo scandalo a luci rosse che sta facendo tremare la Chiesa e che coinvolgerebbe anche 7 sacerdoti della Diocesi di Teggiano-Policastro. Tra i nomi del territorio che figurano nel dossier che Francesco Mangiacapra ha inviato alla Curia napoletana ci sarebbero anche quelli di preti giovanissimi e di altri molto noti, attivi e amati nelle nostre comunità. Sacerdoti in contatto tra di loro . Ci sarebbero stati infatti, secondo il dossier, incontri sessuali di gruppo avvenuti anche in una palestra del territorio e a cui avrebbe partecipato più di uno di loro. Di un sacerdote della Diocesi si dice che ha avuto incontri sessuali con un gruppetto di ragazzi, di cui due fissi, e che avrebbe organizzato delle cene con altri sacerdoti gay a cui avrebbe portato anche qualcuno di questi ragazzi. Queste e altre le rivelazioni sconvolgenti di Mangiacapra ma, almeno di queste circostanze, non sarebbero state fornite prove certificate. Nessuno screenshot, nessuna chat compromettente come per gli altri casi , solo informazioni raccolte all’interno degli ambienti ecclesiastici la cui validità è tutta da provare . Il punto, però, è che ormai la vicenda, che sia vera o meno, ha già creato le sue prime devastanti conseguenze. Una caccia alle streghe che al momento sta minando la fiducia dei fedeli nell’istituzione Chiesa nel suo complesso,in un’epoca in cui già molte certezze e punti di riferimento stanno venendo meno. Il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, ne è ben consapevole e ha ammesso di essere indignato per una vicenda che “rischia di sporcare l’immagine di tutta la Chiesa per colpa di pochi che hanno tradito la propria missione”. Per Sepe chi ha sbagliato pagherà. Spetterà ai vescovi assumersi la responsabilità di applicare quelle norme previste dal codice di diritto canonico.
Daria Scarpitta