Il filo dei ricordi scorre sul web. E’ l’ultima trovata dei social network che, partiti da un gioco, hanno finito per creare dei veri e propri album della storia dei vari Comuni d’Italia . Il riferimento è alla proliferazione in questi giorni di gruppi su Facebook che riuniscono i concittadini di un determinato Comune disposti a mettere a disposizione memorie, aneddoti, flashback per ricostruire ciò che ha fatto l’identità degli abitanti di quel paese. E così sono nati i gruppi “sei di sapri se…”, “sei di Sala se”, “sei di vallo se” che tra il serio e il faceto, rimembrano personaggi, modi di dire e situazioni tipiche. Nella cittadina della spigolatrice, ad esempio, si va dal ricordo di Don Giovannino Iantorno e della battaglia per l’ospedale, alle immagini incantevoli della Baia e di Santa Croce, passando per video e foto d’epoca, come quella che mostra lo storico Ristorante L’Oriente, ma non mancano frecciatine alla nota rivalità con il comune limitrofo di Torraca come nella frase “Sei di Sapri se vai a Torraca e t’atteggi” o della sana autoironia di chi scrive uno scherzoso indovinello “E’ una città.. Situata in una fossa, circondata da tanti massi e abitata da… tanti fessi”. A Sala Consilina invece c’è chi riecheggia modi di dire e piatti prelibati come chi ricorda che a San Michele si mangia il pollo imbottito , chi mette in evidenza il proverbiale pessimismo verso chi incomincia una nuova attività (nun’ ne faci bene) e l’insoddisfazione dei salesi per tutto ciò che viene realizzato per il paese perché si può fare sempre di più. C’ è chi ricorda che ci vuole un quarto d’ora solo per fare i semafori, come c’è pure chi menziona i luoghi da camporella come “lu pantanu”. Molto più seri i cittadini di Vallo della Lucania che seguono l’onda dell’amarcord con più malinconia che ironia . Ci sono foto storiche che ritraggono un giovanissimo Cristian Molinaro vicino al compianto Dirceu e c’è il ricordo del carretto che attraversava la cittadina vendendo noccioline e facendo da base per il lustrascarpe. Non mancano le processioni in onore del Patrono mostrate in diverse salse, e la consapevolezza che molti della vecchia generazione si chiamano “Pantaleo”, così come i ricordi del gioco della molla nei giardini, dei carabinieri a cavallo e dei vari signorotti dell’epoca come chi sfoggiava già una Ferrari nera. E di questi gruppi su facebook ne sono nati a centinaia, uno per ogni paese. Nonostante sia la casualità a determinare l’andamento degli stessi, con le scritte più disparate, proposte dagli individui più diversi, quello che emerge è comunque il volto caratteristico di ogni singolo paese, quello che rende unico ogni Comune e determina la bellissima varietà di questo Cilento.
Daria Scarpitta