Il 23 maggio 1992 si consumò la strage di Capaci, l’ attentato di stampo mafioso compiuto da cosa nostra per uccidere il magistrato antimafia Giovanni Falcone. Giovanni Brusca azionò il telecomando che provocò l’esplosione di 1000 kg di tritolo, nei pressi di Capaci. Un attentato in cui persero la vita Falcone e la moglie e tre agenti della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo, tutti è tre sono morti nella Fiat Croma marrone, che aveva il nome in codice della scorta, “ Quarta Savona Quindici “ . I resti di quell’auto sono racchiusi in una teca che da anni gira l’Italia per ricordare le vittime della mafia e diffondere la cultura della legalità. Per la prima volta ha raggiunto il Cilento. Fino al 29 gennaio resterà esposta a Vallo della Lucania, nel piazzale del teatro Leo De Berardinis . Nel corso delle tre giornate dedicate alla legalità, sarà possibile assistere,a partire dalle 9 allo spettacolo teatrale: Giovanni e Paolo, aldilà di Falcone e Borsellino. Il ricavato, 9 euro il biglietto, sarà devoluto all’associazione Quarto Savona Quindici di Palermo , impegnata a custorire la memoria delle vittime della mafia. Il loro sacrificio è stato al centro del giornata inaugurale delle giornate vallesi sulla legalità volute dalla camera penale e dall’ordine degli avvocati presso il Tribunale di Vallo della Lucania e da comune, comitato pari opportunità, Cilento Arte Ets e Bcc Magna Grecia. Presente alla cerimonia d’apertura Tina Montinaro vedova del capo scorta Antonio. << L’iniziativa – ha dichiarato il presidente della camera penale Agostino Bellucci – mira a riaffermare i valori fondamentali del nostro sistema giudiziario >>.
<< Abbiate coraggio e non siate indifferenti >>, ecco il messaggio ai giovani di Tina Montinaro vedova del capo scorta Antonio.