Quattro rinvii a giudizio con accuse che vanno dall’omicidio colposo al concorso in omicidio. E’ quanto ha chiesto il pubblico ministero per i presunti responsabili della tragedia che si consumò il 30 giugno del 2012 nella Grotta degli Occhi a Palinuro. Un’immersione in una delle cavità sommerse più affascinanti della costiera cilentana a cui parteciparono nove sub, ma quattro di loro non riuscirono più a ritornare a galla. Morirono in un ramo infangato della grotta Susy Cavaccini, Telios Panaiotis, Andrea Pedroni e la guida Douglas Rizzo. Al termine di quasi due anni di attività investigativa, la procura di Vallo della Lucania ha formulato le sue richieste. Nell’udienza preliminare fissata per il primo ottobre il Gup deciderà se accogliere o meno la richiesta di rinvio a giudizio e quindi stabilire un eventuale avvio del processo, con accuse di omicidio colposo, per Mauro Navarra, titolare del diving Pesciolino sub di Palinuro, Stefano D’Avec e Marco sebastiani, entrambi dirigenti e istruttori della big Blue school di Roma, dove i sub un mese prima della tragedia avevano ottenuto il rilascio del brevetto per le immersioni. La quarta persona per la quale il pm di Vallo della Lucania ha chiesto il rinvio a giudizio, in questo caso per concorso in omicidio colposo, è Annalisa Lupini, moglie di D’Avec, anche lei istruttrice; in realtà la donna il 30 giugno del 2012 non partecipò all’immersione perché incinta, ma per il magistrato titolare delle indagini, “da esperta non impedì il fatto”. Secondo quanto accertato dagli inquirenti i sub finirono in un canale della grotta interdetto all’esplorazione poiché soggetto ad infangamento e per tale motivo non riuscirono più a trovare la via di fuga. Alla base di tutto l’inesperienza dei sub; freschi di brevetto persero l orientamento e furono travolti dalla melma alzatasi dal fondale.
Roberta Cosentino