Maxi truffa ai danni di un istituto di credito di rilievo nazionale. In nove sono finiti agli arresti domiciliari. Tra di loro c’è anche un direttore di filiale. Un’associazione a delinquere con base logistica presso la sede di Bellizzi della banca. Un’associazione scoperta dalla Guardia di Finanza di Salerno. Complessivamente sono 90 le persone indagate per riciclaggio, auto riciclaggio e mediazione creditizia abusiva. Tra i 9 arrestati, ci sono anche due funzionari di banca, all’epoca dei fatti impiegati presso la sede del direttore. Secondo quanto emerge dal fascicolo di inchiesta, il fine ultimo del sodalizio era quello di frodare la banca attraverso l’erogazione di finanziamenti che, una volta elargiti, venivano restituiti soltanto in minima parte. Il sistema escogitato sfruttava, dall’interno, le maglie larghe delle istruttorie per il credito al consumo, che nel caso di specie portava alla concessione del prestito nell’arco di 24 ore. Ben definiti i compiti dei membri dell’organizzazione. Il direttore della filiale e i due funzionari con lui in servizio predisponevano il carteggio necessario per autorizzare l’accreditamento delle somme, con tanto di buste paga e dichiarazioni dei redditi false, attestanti fittizi rapporti di lavoro. Altri cinque degli arrestati, invece, avevano il compito di reclutare gli “pseudo clienti”. Si trattava per lo più di persone prive di fonti di reddito, talvolta senza fissa dimora, anche con precedenti penali, che mai avrebbero avuto il riconoscimento del credito, se la loro pratica non fosse stata istruita con documentazione del tutto “taroccata”. La gran parte dei beneficiari dei prestiti truffaldini sono dei Comuni di residenza dei cinque incaricati di intercettarli, Salerno, Eboli, Battipaglia, Montecorvino Pugliano e, addirittura, Castelnuovo Cilento, distante 60 km (più di un’ora di auto) dalla filiale di Bellizzi (SA), base dell’organizzazione. Le Fiamme Gialle hanno così accertato che la presunta associazione a delinquere ha concesso una novantina di finanziamenti per un’erogazione complessiva di oltre 800.000 euro. Alla banca, però, sono state rimborsate rate per neanche un decimo (meno di 80.000 euro). Considerato che agli “pseudo clienti” veniva lasciata grosso modo la metà delle somme, l’organizzazione ha potuto così incassare, nel brevissimo arco temporale di tre mesi, profitti illeciti pari a 350.000 euro. Oltre agli arresti il Gip ha disposto il sequestro preventivo di 73.000 euro, nella disponibilità di tre degli indagati, nei cui confronti sono formulate anche le accuse di riciclaggio ed auto-riciclaggio.
Antonietta Nicodemo