Concluse le indagini preliminari sulla maxi truffa da 12 milioni di euro, derivanti dal bonus facciate, nel Cilento, in Puglia e nel napoletano. L’avviso è stato notificato a 33 persone e 6 società, nell’ambito dell’operazione “Facciate d’oro”, condotta dai Finanzieri della Compagnia di Agropoli, e tra le accuse a carico degli indagati, residenti ad Agropoli, Perdifumo, Pollica, Castellabate e nelle province di Napoli e Lecce, c’è quella di truffa aggravata, tentata e consumata in concorso, per il conseguimento di erogazioni pubbliche e per aver generato, ceduto e compensato crediti d’imposta per opere edilizie fittizie, eseguite tra il 2021 e il 2022.
Dalle indagini, spicca il coinvolgimento del noto imprenditore cilentano Concordio Malandrino, già imputato in altri procedimenti penali e tutt’ora ricercato dall’Autorità Giudiziaria, nonché quello di due sacerdoti, alla guida di altrettanti istituti religiosi del Cilento, oggetto di restauri mai realizzati, per un valore complessivo di 5,7 milioni di euro. Già lo scorso autunno, le Fiamme Gialle agropolesi eseguirono un decreto di sequestro preventivo di conti correnti, autovetture e beni immobili nei confronti degli indagati, partendo da anomale operazioni finanziarie, effettuate da una neocostituita società di consulenza amministrativa, che in poco tempo aveva generato crediti d’imposta per oltre 12 milioni di euro, ma di fatto era priva di personale, mezzi e struttura logistico-aziendale.
Alla stato tutti i coinvolti risultano indagati: avranno 20 giorni di tempo per presentare le proprie memorie difensive o farsi interrogare dal pubblico ministero, che deciderà se chiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione del caso.