E’ partito ufficialmente martedì il processo contro la banda che operò il furto all’oro di San Pantalone nella Cattedrale di Vallo della Lucania. Ci sono state solo le iniziali battute della prima udienza in quanto , a causa di un difetto di notifica, si è deciso di rinviare il tutto al 23 gennaio 2018. Intanto, però, i difensori di cinque dei sette imputati hanno annunciato che faranno richiesta di patteggiamento, cosa che significherà una pena di massimo 3 anni e 300 euro di multa per uno dei criminali, che è recidivo, e di massimo due anni per gli altri quattro. Altri due imputati, invece, hanno fatto sapere che faranno richiesta di rito abbreviato. Per i 5 rumeni che si trovano in carcere a Rebibbia sono stati chiesti i domiciliari, una richiesta accolta anche dal pm purchè si utilizzino i braccialetti elettronici. Gli altri due, invece, sono già ristretti in casa a Cosenza e a Rende. Intanto, il Comune di Vallo della Lucania, rappresentato dall’avvocato Gaetano Di Vietri, e la Parrocchia di San Pantaleone, difesa dall’avvocato Gerardo Boccia, si sono costituiti parte civile. “L’Amministrazione Aloia – si legge in una nota – ha deciso di intraprendere questa azione per lavare, almeno in parte, la vile offesa portata ad un Luogo Sacro tanto caro ai fedeli, che ha ferito e gettato nello sconforto l’intera Comunità Vallese, colpita in uno dei suoi simboli, la Cattedrale di San Pantaleone, defraudata di oggetti offerti in voto al Santo la cui importanza va ben al di là del loro valore materiale. Confidiamo che Giustizia sia fatta e che, anche grazie all’odierna costituzione di parte civile del Comune, sia inflitta una condanna esemplare a carico dei colpevoli.”. Anche la signora Anella Lombardo, la cui auto parcheggiata dinanzi alla Cattedrale venne danneggiata dai ladri in fuga, si è costituita parte civile , tramite il proprio legale Celestino Sansone. Il furto sacrilego avvenne la notte tra il 31 gennaio e il primo febbraio scorso. La banda di rumeni, tutti tra i 20 e i 30 anni, entrò in chiesa da una porta laterale e in pochi attimi raggiunse la cappella della Madonna di Pompei e portò via tutti i preziosi contenuti lì in una teca. L’atto si consumò velocemente perché, quando l’allarme suonò e arrivò il parroco, i malviventi erano già riusciti a fuggire per i vicoli del centro storico, danneggiando le auto che incontravano per non essere inseguiti. Le immagini della videosorveglianza li incastrarono. Nonostante già la sera del furto molti di loro erano tornati in Romania, i Carabinieri di Vallo riuscirono dopo una ventina di giorni ad assicurarne 5 alla giustizia. Poi la cattura degli altri due, il ritrovamento dell’oro e il suo ritorno a Vallo in tempo per la festa del Santo Patrono. Un successo di Procura e forze dell’ordine su cui si concentrerà il Tribunale il prossimo 23 gennaio.