Sono state depositate nei giorni scorsi le motivazioni della Cassazione sul caso degli abusi sessuali su minori avvenuti all’asilo di Vallo della Lucania. Una dura critica alle decisioni prese in Appello, dove vennero assolti tutti gli imputati con il Procuratore Generale che rinunciò a presentare ricorso in Cassazione ponendo fine così per sempre al processo penale. La Suprema Corte nell’aprile 2017 riaprì i giochimper le tre consorelle coinvolte, annullando la decisione della Corte d’Appello di Salerno e inviando nuovamente la questione ad essa ma solo per gli interessi civili, e sancì l’uscita definitiva dal processo del muratore e del fotografo, finiti loro malgrado al centro del secondo filone dell’inchiesta. Ora sono state rese note le motivazioni di questa decisione. La Cassazione già nel pronunciare un anno fa il proprio giudizio definì la sentenza di secondo grado scialba. “Nelle motivazioni – ha detto oggi uno dei legali delle parti civili, l’avvocato Domenico Del Gaudio- la Suprema Corte ha evidenziato che questo è un caso in cui lo Stato italiano ha rinunciato a perseguire penalmente gli imputati. Se avessero impugnato la sentenza della Corte d’Appello, le cose sarebbero andate diversamente. Un comportamento inspiegabile quello tenuto dallo Stato che emerge anche dalle motivazioni della Cassazione” . La riflessione della Suprema Corte sulla vicenda è stata pubblicata sulla rivista seguita dai cassazionisti “Il Quotidiano Giuridico”, dove è stata diffusa, con i relativi omissis, l’intera sentenza che ripercorre tutta la vicenda con i suoi particolari, soltanto in parte emersi pubblicamente in tutti questi anni.
Daria Scarpitta