E’ lo sdegno il sentimento più diffuso a Vallo della Lucania mentre si infiamma il dibattito attorno ai danni provocati al monumento dedicato a monsignor Alfredo Pinto situato nell’omonima piazza alle spalle del Municipio. Ignoti hanno divelto il mezzo busto di metallo che raffigurava il sacerdote, punto di riferimento culturale a Vallo, che diede impulso alla formazione scolastica cittadina e anche alla fondazione dell’ospedale San Luca. Non è chiaro cosa sia avvenuto. Ad accorgersi dei danni al monumento nella mattinata di mercoledì sono stati alcuni operai del Comune che hanno prontamente informato la Fondazione Pinto. Il busto caduto a terra è stato prelevato e messo al sicuro nelle scuole che portano il nome del canonico. Al momento sarebbero al vaglio delle autorità le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona, sia quelle comunali che di un istituto bancario lì presente, per capire cosa e soprattutto chi abbia determinato il distacco del mezzo busto. Ed è qui che sui social sono scattate riflessioni e accuse. C’è chi ridimensiona l’ accaduto ad una bravata, magari una pallonata che possa aver tranciato la statua e chi parla di atti vandalici compiuti senza alcun rispetto verso i luoghi e i simboli cittadini, spesso sotto tiro dei ragazzi, riconducendo il tutto ad una progressiva degenerazione dei costumi giovanili, tanto più che non sembrerebbe proprio facile e immediato staccare un pesante busto di metallo dal suo basamento . Bisognerà attendere l’esito delle indagini: pare che siano stati individuati già due giovani responsabili. La Fondazione Pinto vuole venire a capo di questa vicenda. E’ stato convocato d’urgenza il cda per discutere in merito e assumere decisioni su come salvaguardare il nome di questo importante figura di Vallo che fece nascere l’asilo e le scuole elementari con l’aiuto delle Suore di Carità Immacolata Concezione di Ivrea che si occuparono della didattica e della formazione di intere generazioni.
Daria Scarpitta