Stefano Feniello non ce l’ha fatta. Da martedì sera è nella lista dei deceduti dell’hotel Rigopiano, sul Gran Sasso. Il corpo del ventottenne è stato ritrovato martedì sera senza vita tra le macerie della struttura travolta dalla valanga la scorsa settimana. La sua sfortuna è stata di ritrovarsi, nel momento della slavina, in un locale dove la neve è penetrata ferocemente fino a distruggerlo. Poco distante da lui c’era la fidanzata Francesca, che lo ha sentito lamentarsi. Poi il silenzio. La ragazza è stata estratta viva venerdì scorso e continua a chiedere notizie del suo Stefano. A riconoscere il corpo del giovane salernitano è stato il padre Alessio. Mentre si preparava ad entrare nella sala mortuaria è svenuto. Troppa la tensione vissuta in questi ultimi giorni, tante le speranze che il figlio potesse uscire vivo da quelle macerie. Quando è arrivato il momento della verità Alessio non ha retto ed è crollato dal dolore. Però si è dovuto alzare ed accertarsi che quel corpo privo di vita era del figlio. E’ stato riconosciuto dal tatuaggio che aveva alla gamba sinistra, la statua della libertà, e dall’orologio che portava al polso. Con Stefano sono state estratte altre vittime, tutte erano nell’ ambiente centrale dell’hotel, ch è stato maggiormente colpito dalla valanga. Nel 2002 la famiglia Feniello lasciò Valva, in provincia di Salerno e paese d’origine del padre, per raggiungere Silvi Marina, in provincia di Teramo, paese della Mamma dello sfortunato ragazzo. Due comunità che si sono unite al dolore della famiglia Feniello. “ Eravamo consci che con il passare dei giorni le possibilità di ritrovarlo in vita diminuivano – dichiara distrutto dal dolore il sindaco di Valva Vito Falcone – ma la speranza di un miracolo c’è sempre stata. Purtroppo non abbiamo potuto festeggiare il suo ritorno “ . Ora nella piccola comunità si attende di conoscere la data dei funerali. “ Quel giorno – dice Falcone – proclamerò il lutto cittadino. Non faremo mancare la nostra vicinanza alla famiglia” .
Antonietta Nicodemo