Una costante pulizia e manutenzione degli scavi. Sembrerebbe questa la risoluzione del periodico problema delle erbacce che puntualmente si manifesta nella patria di Parmenide e che tuttavia non ha mai trovato definizione, fino al punto da non consentire la visita dell’area archeologica, messa per di più in pericolo dal rischio incendi che con il caldo potrebbero verificarsi. In questi giorni però l’amministrazione comunale, d’intesa con la soprintendenza e con la comunità montana Bussento Lambro e Mingardo, a seguito di un’ampia discussione, ha fatto sapere che saranno garantiti tutti i servizi necessari per il mantenimento della bellezza naturalistica e dell’efficienza della preziosa realtà storica e che l’ente montano si è già reso disponibile con i suoi operai per un primo intervento di emergenza. In caso contrario, tra il degrado e l’incuria, gli scavi di Velia rischiano di non essere più un sito d’interesse culturale accessibile ai turisti. Il Ministero è da tempo che non provvede a sostituire i giardinieri in pensione – ha spiegato la direttrice degli scavi Giuseppina Bisogno- la vegetazione è alta e senza personale addetto alla pulizia la macchia mediterranea prende rapidamente il sopravvento, danneggiando l’immagine della Città Antica e rappresentando un rischio per l’incolumità pubblica. O si taglia l’erba dunque o si chiude.
Caterina Guzzo