Sono sei le persone indagate per il poligono da tiro che doveva sorgere a Vibonati. L’inchiesta, partita nel marzo scorso, è terminata in questi giorni con gli avvisi di garanzia notificati ai presunti responsabili degli illeciti accertati dalla Procura di Lagonegro, sulla base delle indagini condotte dagli uomini del comandante Amalia Mugavero della Guardia Costiera di Palinuro. A finire nel mirino della Giustizia: il sindaco in carica Manuel Borrelli, il suo predecessore Franco Brusco, il comandante dei vigili urbani, il titolare dell’impresa che stava eseguendo i lavori, il direttore dei lavori e il presidente della locale associazione sportiva alla quale il comune aveva dato in uso un’area di mille metri quadri per la realizzazione del poligono. Tra i reati contestati: violazioni delle norme in materia urbanistica e ambientale e l’abuso d’ufficio. I fatti risalgono al gennaio scorso quando in località Macchia, a seguito di una frana, venne alla luce una maxi discarica interrata. Nel corso delle indagini è stato accertato che il movimento franoso è stato causato anche dai lavori di sbancamento che erano stati avviati in quel sito per la realizzazione del poligono. E così all’indagine per l’identificazione degli eventuali responsabili della discarica sepolta, si è aggiunta quella sull’iter burocratico che ha portato all’apertura del cantiere per la allestimento dell’impianto sportivo. Per questo secondo filone è stato verificato, tra le altre cose, che l’Ente Locale ha rilasciato i nulla osta dimenticando i vari vincoli che insistono su quel terreno alla periferia di Vibonati. Per la Procura, in località Macchia, non è possibile costruire nulla, nemmeno un semplice poligono. I sei indagati hanno 20 giorni di tempo per le controdeduzioni dinnanzi al Pm . “ Sono sereno – dice il sindaco Borrelli – ed ho chiesto di essere sentito nel più breve tempo possibile per chiarire la mia posizione ” . Intanto resta aperta l’indagine sulla maxi discarica interrata, ancora sotto sequestro.
Antonietta Nicodemo