Il monastero di San Francesco di Vibonati è di proprietà del comune lo sancisce la sentenza di primo grado emessa giovedì dal Tribunale di Lagonegro . I giudici hanno respinto le richiese avanzate dalla parrocchia, nella persona del parroco dell’epoca, don Martino Romano, e condannato la stessa al pagamento delle spese legali, oltre quindici mila euro. Una somma da divide tra il sindaco Manuel Borrelli e il Ministero dell’Interno, tirato in ballo nel corso del processo. Una vicenda giudiziaria iniziata nel 2020 con il ricorso del parroco che rivendicava la proprietà del convento e dell’annessa chiesa. L’amministrazione comunale le tentò tutte per dimostrare al sacerdote, che i due edifici non erano della parrocchia, rendendo pubblici i documenti legati alla storia del Monastero di San Francesco. Ma il parroco imperterrito è andato avanti nella sua azione giudiziaria convinto di essere dalla parte della ragione, mentre diventavano sempre più tesi i rapporti tra le due istituzione. Nel 2022 il comune affidò il convento ad una società le 27 stanze dell’antico edificio per l’allestimento del presepe da record, noto oggi come “ Museo Logos “, allora don Martino arrivò a chiedere alla giustizia il sequestro del monastero ritenendo illegittimo l’allestimento presepiale, perché, secondo la sua tesi il monastero era, appunto, della parrocchia. La richiesta fu respinta, mentre andava avanti la causa sulla proprietà e il paese si divideva tra il sindaco e il parroco. La sentenza di primo grado ha chiarito non solo che il monastero è del comune ma ha anche stabilito che l’annessa chiesa di San Francesco è di proprietà del Fec ( fondo per gli edifici di culto ) presso il Ministero dell’Interno. Una questione dalla quale si è mantenuto sempre distante il Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro mons. Antonio De Luca. Intanto da ottobre don Martino non è più parroco di Vibonati ma di Sant’Arsenio.
Le dichiarazioni del sindaco Manuel Borrelli e dell’avvocato del comune Marcello Feola.