Vibonati, presunto omicidio Chintemi. L’avvocato della famiglia solleva dubbi sulle cure rese dal badante killer.

Ci vorranno almeno due mesi prima di conoscere l’esito dell’autopsia eseguita martedì mattina sul corpo di Gerardo Chintemi. Ad effettuarla è stato il consulente tecnico della Procura di Latina che sta indagando sulla morte dell’anziano di Vibonati nell’ambito dell’inchiesta contro Mario Eutizia, il badante napoletano che si è autoaccusato della morte di quattro suoi assistiti, tra cui Chintemi. Nel corso dell’esame autoptico sonostati eseguiti prelievi su ogni parte del corpo ed è stato rimosso anche il pacemaker. La famiglia del defunto, attraverso l’avvocato Franco Maldonato e il consulente medico legale Francesco Lombardo, hanno chiesto al consulente tecnico, di controllare lo stato dell’esofago  e della trachea, considerando che l’indagato usava un aspiratore tracheale per liberare dai muchi l’anziano. << In queste occasioni – è stato spiegato – Chintemi emetteva urla strazianti di dolore >>. << Inoltre, Eutizia somministrava l’ossigenoterapia, e negli ultimi giorni di vita dell’anziano – ha riferito Maldonato –  ne aumentò  al massimo l’erogazione, e smise anche di dargli le medicine per il cuore e il diabete , sostenendo che il suo assistito non era in grado di deglutire >>. Appena dopo l’autopsia il corpo di Chintemi è stato di nuovo seppellito. E’ morto nel marzo scorso, allora per cause naturali. Ma il suo ex badante  dice di averlo ucciso con un mix letale di farmaci