Sotto esame il Marsili, il vulcano più grande del Mediterraneo, situato al centro del tratto di mare compreso tra il Cilento e il litorale palermitano. “Un atto socialmente dovuto” spiega l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che nei giorni scorsi ha dato notizia delle ultime ricerche sul “gigante marino”.
L’Ingv conferma e non smentisce la possibilità che si verifichino eruzioni, soprattutto alla luce del fatto che si tratta di un complesso vulcanico lungo circa 70 km e largo 30, che al momento mostra non pochi segni di attività.
Il dossier diffuso nei giorni scorsi parla anche della presenza di due “caldere”, nella parte nord del Marsili, che avrebbero registrato dei collassi laterali. Un fenomeno già noto agli esperti, che ci tengono a sottolineare che questo non significa che possa generarsi uno tsunami. Ciò, infatti, dipende dalla dimensione delle frane: se piccole, non sono in grado di produrre onde anomale significative. Diverso invece se si dovesse trattare di collassi più consistenti, e per questo l’Ingv ha elencato una serie di ricerche fondamentali che verranno effettuate nei prossimi mesi.
Quel che è certo è che del Marsili si sa ancora poco e ci sono tanti aspetti da chiarire: sarà necessario, conclude l’Ingv nel dossier, raccogliere quanti più dati possibili sulle attività del vulcano, al fine di comprendere meglio la sua eventuale pericolosità ed evitare falsi allarmismi.