Diecimila e novecento presenze alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico e un bilancio positivo che fa addirittura gridare al miracolo il Presidente della Provincia di Salerno Antonio Iannone dopo la chiusura del Salone domenica, per i risultati ottenuti grazie alla sinergia istituzionale. Con gli occhi di chi a questo evento c’è stato noi abbiamo provato a fare un personale bilancio della Borsa tra alti e bassi. Sì sicuramente alla location, che da sola forse ha permesso di far lievitare i numeri dell’evento. Chi si è trovato in questi giorni a visitare gli Scavi di Paestum, ha finito per fare un giro anche tra gli stand della Borsa, ampliando i numeri dei visitatori della kermesse, sulla scia dei dati consegnati proprio durante il Salone che vedono il turismo museale in crescita, con un + 6% di visitatori al Museo pestano nell’ultimo anno. No alla capacità effettiva di attrarre interesse sui siti. L’uso di stand, nonostante il massimo impegno e le attività poste in essere dai Paesi ospiti per calamitare l’attenzione, risulta ancora poco immediato. Molto più facile per un turista appassionato di archeologia informarsi con pochi clic su internet sulle ultime scoperte o sui siti assolutamente da visitare in Italia e all’Estero, che arrivare a Paestum e adocchiarli nel proliferare di box, manifesti, scritte e scrittine. Sì alla capacità di spingere gli operatori ad inventarsi pacchetti ed iniziative per attirare i buyers stranieri. Emozioni, uno dei migliori tour operator del Belgio ha puntato ad esempio su un percorso di degustazione abbinato alle rovine archeologiche, Discovering Italy, tour operator inglese, invece si è rivolto alla scoperta dell’Italia vera con un occhio cioè ai siti minori, meno blasonati e circondati da un territorio ancora legato alle tradizioni locali. Ni per gli incontri della Borsa. Ha accolto personalità di rilievo, fatto il punto sulle novità del settore, contribuito a far interloquire tra loro enti e specialisti, è riuscita addirittura ad ospitare gli Stati Generali dell’Archeologia, ma solo poche volte si è potuto andare oltre un approccio superficiale, nulla di effettivamente nuovo e concreto è venuto fuori, soprattutto nulla che arrivasse al pubblico e ai visitatori. No dunque alla capacità di agire effettivamente sui temi proposti. Insomma la Borsa si è dimostrata interessante ma poco incisiva. Resta aperto infatti l’interrogativo che avevamo posto in partenza: si parla di turismo e archeologia ma il territorio è ancora al palo, ostaggio del dissesto idrogeologico: un tema centrale come ha ribadito durante la Borsa lo stesso Presidente di Legambiente Campania Buonuomo.
Daria Scarpitta