“La Grande Storia Europea è passata dal nostro Cilento”. La dimostrazione è stata data a Vibonati presso il Museo Vicente Gerbase dove, prendendo le mosse dal libro Teste Mozze di Franco Maldonato, gli storici Corrado Limongi e Vincenzo Abramo hanno discusso con l’autore degli scenari risorgimentali, in particolare dei moti del 1848 che hanno trovato nella figura di Costabile Carducci un riferimento e un’ispirazione, e lo hanno fatto soffermandosi sugli intrecci tra gli avvenimenti locali e quelli nazionali ed internazionali, in una moderna prospettiva glocale che è poi quella lanciata dal libro. E così Vincenzo Abramo ha lavorato per avvicinare la cittadinanza vibonatese ai fatti al centro della discussione, raccontando del passaggio di Carducci a Vibonati, e Limongi, nell’inquadrare la struttura del libro, ha messo l’accento sul Risorgimento internazionale a cui esso si richiama. Teste Mozze,infatti, dà un’interpretazione di respiro europeo più che nazionale agli accadimenti che si concentrarono tra Agropoli e Sapri. Re Ferdinando fu il primo sovrano in Europa a concedere la Costituzione e lo fece proprio dopo la rivolta del Cilento, quando solo un mese prima per altri avvenimenti simili si era dichiarato per nulla disposto a simili concessioni. Ci sono altri fattori, poi, nel libro, come ha spiegato agli astanti lo stesso Maldonato, che sostengono questo intreccio tra Piccola e Grande storia e sono lo scandalo internazionale che ebbe l’assassinio di Carducci, per cui ci fu anche un’interrogazione alla Camera di Comuni, la visita di Ferdinando a casa di Peluso a Sapri e l’avvio delle persecuzioni dei giudici che avevano iniziato l’istruttoria contro il terribile prete. Proprio quest’opera di repressione e questa amicizia con il sacerdote reazionario, secondo Maldonato, condannarono il Regno di Ferdinando all’isolamento nello scenario internazionale. Il Cilento ha giocato un ruolo importante dunque. “Sono convinto – ha detto Maldonato- che la Grande Storia europea sia passata di qui”. E, aggiungiamo noi,la consapevolezza del passato potrebbe essere uno sprone per il futuro.
Daria Scarpitta